- Testimonianze popolari -  Roberto - pag. 1 

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Breve storia della Chiesa Gran Madre di Dio. 

Chiesa della Gran Madre di Dio. 
Gran Madre
 
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Dopo l'occupazione delle truppe di Napoleone, Torino subì tante trasformazioni.

I Reali di Casa Savoia andarono in esilio in Sardegna e Napoleone dichiarò Governatore di Torino suo genero Principe Camillo Borghese con la moglie Paolina Buonaparte.

 

- Testimonianze popolari - Roberto - pag. 2

 
Ponte sul Po e la chiesa della gran Madre in una incisione del Barberis
Ponte e Gran Madre
 
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Pensando di fare Torino bella e moderna, demolì l'antica cornice dei bastioni che circondavano la città, lasciando solo il maschio della Cittadella: fece anche cadere la Torre del Toro di S. Gregorio.

Credendo di annullare la Storia, cancellarono da ogni stemma titoli e armi dei nobili dei palazzi.

Da allora detta Piazza Po (ora Piazza Vittorio Veneto) univa alla collina un ponte di legno del 1400 che verrà sostituito dopo che, in una gara fra architetti, vinse il progetto di fare un ponte di pietra l'Ing. Josep Perdichiamp; mise la prima pietra Camillo Borghese. Iniziarono i lavori nel 1810.

Il ponte ha 5 arcate e sotto quella centrale fu murata una scatola di piombo con dentro delle monete di quell'epoca.

Dopo la fuga dei francesi, il 20 Maggio 1814, quando il Re Vittorio Emanuele 1° ritornò dall'esilio, il ponte non era ancora terminato.

Quando dissero al Re che il ponte lo aveva fatto fare Napoleone lui rispose: "E mi i marcio ansima!" (e io gli cammino sopra), e lo attraversò entrando in città; il ponte aveva i parapetti di frasche incrociate.

Per questo suo ritorno nella sua città, il Comune di Torino e i Torinesi decisero di far costruire un Tempio oltre Po, verso la collina.

Il 23 Luglio 1818 fu posata la prima pietra, ma solo nel 1827 iniziarono gli scavi.

Su antichi documenti si legge che in quel luogo un Tempio si appoggiava su palafitte.

L'opera fu ultimata durante il regno di Carlo Felice e l'inaugurazione avvenne il 23 Maggio 1831 alla presenza di Carlo Alberto.

Arrivando da Piazza Vittorio si nota subito oltre Po, su una gradinata, la bella e maestosa Chiesa della Gran Madre di Dio, con il suo stile neoclassico a pianta rotonda che vuol ricordare il Panteon di Roma; fu disegnata dall'Architetto Ferdinado Bonsignore nel 1815.

Sul frontale si legge: "ORDO POPULUSQUE TAURINUS OB ADVENTUM REGIS"

(Il Comune ed i cittadini di Torino per il ritorno del Re).

Nel 1988, come colpita da un arcano male, disse la cronaca, ma logicamente pensando, poteva capitare, poichè costruita sulle palafitte del vecchio Tempio Egizio.

Cominciò a sprofondare roteando sulla scalinata; il Comune, che già due anni prima aveva fasciato le colonne di granito con cerchi di ferro, decise un accurato restauro del basamento e la restituì risistemata al culto della Fede Cristiana.

Di fianco alla gradinata ci sono due statue dello scultore Chelli.

A destra di chi sale c'è la statua che simboleggia la Religione, con una donna che leva altra una coppa e con lo sguardo indicherebbe la direzione giusta per rinvenire a Torino il leggendario Graal, nel quale Giuseppe d'Arimatea raccolse il sangue di Cristo e i cavalieri di Re Artù cercarono inutilmente.

A sinistra c'è la statua della Fede, che un tempo sorreggeva una croce poi distrutta; nasconderebbe nel suo velo una Mitra Papale.

A sinistra del portone principale c'è la statua di S. Leonardo, a destra quella di S. Marco con il leone biblico.

A questi due Santi era dedicata la Chiesa del Guarini, abbattuta al di là del Po, prima che fosse costruito il ponte nel 1808.

Resti di questa chiesa sono stati ritrovati nel 2005, scavando per sistemare la pavimentazione di Piazza Vittorio, ma subito ricoperta per proseguire i lavori collegati alle Olimpiadi del 2006.

Entrando nel tempio restiamo estasiati dall'immensità della grande navata circolare contornata da coppie colossali di marmo e ci impressiona la cupola a cassettoni digradanti.

Alla base della cupola ci sono quattro momenti della vita di Maria Santissima: nascita, presentazione al tempio, matrimonio e incoronazione come regina del cielo e della terra.

Sull'altar maggiore vediamo la statua di Maria Madre di Dio, le fanno corona le statue di S. Giovanni Battista, S. Maurizio, Beata Margherita di Savoia e il Beato Amedeo di Savoia che rappresentano la Casa Savoia.

Perchè proprio questi Santi?

S. Giovanni Battista è il Patrono di Torino (1). S. Maurizio fu capo della Legione Tebana, martirizzato nel 302 in Savoia (2). La Beata Margherita di Savoia e il Beato Amedeo di Savoia rappresentano la Casa Savoia.

Belle sculture del Bruneri, del Macca, del Caniggia, del Gaiassi, del Bogliani e del Rubino.

Negli altari laterali ci sono le statue di Gesù Cristo e del Sacro Cuore, statue recenti vennero inaugurate nel 1940.

Al centro della navata un grande foro nel pavimento lascia vedere nell'interrato l'Ossario del Caduti realizzato dall'Arch. Ricci, dove riposano più di 4000 soldati della prima guerra mondiale (1915-1918), venne inaugurato nel 1934 da Benito Mussolini.

Qui viene alla mente una leggenda popolare che, fra l'altro, dice che nel buio si accenderebbero tremule fiammelle di anime inquiete in cerca di pace. Preghiamo per loro.

Ringraziamo Dio ed il Parroco che ci ha permesso di visitare questa Basilica che emana una grande Fede Cristiana.

Appena usciti notiamo una vista panoramica bellissima che abbraccia Torino e le sue montagne.

Martina Brio Maria Maddalena

Note: (1) [secondo la tradizione cristiana si fa riferimento al Battista, ma Giovanni, nell'epoca romana era anche l'epiteto ( Giove) di "Giusto". Dall'antica tradizione si sa che vi fu un condottiero, Osiri, che liberò il popolo d'Italia dalla tirannia dei (un popolo?) Giganti. Negli appellativi che si dettero ad Osiri vi fu anche quello di Giove "il Giusto", che, probabilmente, venne assimilato anche dal cristianesimo  sorgente, col Santo simile per il suo epiteto e per le sue virtù all'antico eroe. # Con riferimento allo storico Paolo Britio Vescovo di Alba e Conte, nel testo: "Progressi della Chiesa Occidentale" pubblicato in edizione  a Venezia nel MDCXXXXIX - capitolo 1° # ].

(2) [dopo la diserzione dell'intera Legione].

 
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