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Sulla leggenda di Penelope antica: ora anche una Penelope moderna ed attuale

Sulla storia leggendaria di Penoloe ed Ulisse, dopo il famoso assedio di Troia, si sanno molti particolari studiati da tutti gli studenti dalle scuole Madie in sù. L'Odissea è infatti uno dei classici che ancora si studiano anche nelle scuole dell'obbligo.

Ma ora c'è una nuova e misteriosa Penelope che influenza misteriosamente anche la città di Torino!

La leggenda ci racconta che questa misteriosa Signora, nobile e di alto lignaggio sia nelle mire sentimentali di molti personaggi dirigenti del Comune di Torino. 

Fin qui niente di male, niente di anormale, poichè le belle sognore di nobile casata sono sempre l'oggetto del desiderio di chi ha un certo livello sociale o ha alle spalle una sostanziosa carriera politica o sociale.

Ma anche ai nostri giorni la vicenda non è linda da colpi di scena, e spesso aspettative deluse, o impedimenti alla realizzazione del sogno di almeno due persone (in questo caso la signora Penelope e uno dei suoi pretendenti).

Infatti per questa Signora non si sa ancora se è rimasta vedova o è ancora vivo suo marito, e quindi non è affatto dcisa per un nuovo matrimonio. Matrimonio di convenienza ovviamente, e sopratutto matrimonio ambito da parte dei suoi pretendenti che acquisterebbero onori sociali dal matrimonio con questa ricca e nobile signora.

Purtroppo di suo marito non si hanno notizie da anni dopo la sua partenza per l'Afganistan con le truppe Italiane impegnate in quel luogo nelle missione di pace. Forse è stato rapito dai Talebani, forse caduto in una imboscata di banditi non schierati... forse ancora alla ricerca di una postazione italiana o americana a cui chiedere aiuto... oppure è ancora attivo impegnato in una missione segretissima, per cui nessuno deve sapere se è vivo o morto, fintanto che sarà ancora legato alla missione.

E' probabile che Penelopoe sappia qualcosa, oppure che intuisca che suo marito non è perito in battaglia o in qualche imboscata e quindi non è disponibile a convogliare in seconde nozze.

Tuttavia vi sono sottili questioni finanziarie e di altro tipo da sistemare, e una soluzione risiede in questo possibile matrimonio,... che non stò lì a raccontare e la signora dovrebbe risolvere. ...Se si decidesse ad accettare almeno un'offerta martimoniale (poichè come si sa non ne potrebbe accettare due o più...). Ma da tempo Penelope tergiversa!

Non potendosi rifiutare oltre, ad un certo punto, promise, qualche anno fa, ( fece sapere ai pretendenti) che avrebbe scelto uno di loro appena i lavori di pavimentazione delle strade del centro di Torino fossero tutte ben pavimentate.

Ovviamente non si riferiva alle strade asfaltate col comune asfalto, ma alle strade e piazze lastricate in porfido o con le lose.

Tutti i pretendenti furono contenti di tale decisione, e decisero di far rifare le pavimentazioni nelle strade storiche e nelle piazze, sia in porfido che in blocchi squadrati o lose. Il loro pensiero era che in un anno al massimo i lavori sarebbero finiti.

Ma dopo un certo tempo si scoprì che i lavori non si sarebbero ultimati presto, e dopo anni si va ancora avanti nei lavori infiniti.

Si mette il porfido, e dopo qualche mese, al massimo un anno o meno, la pavimentazione è da rifare. Le lose a volte schizzano via dalla loro ubicazione quando passano i pulman del pubblico servizio. Oppure si inclinano da un lato metre l'altro lato fa spuntare un pericoloso angolo. Oppure si spezzano in due o più parti quando un camion ci passa sopra come succede alle lose di Piazza Castello. 

Anche le pavimentazioni non sono più in piano ed occorre rifare spesso il lavoro di risistemazione. Il porfido perde aderenza e pezzi di porfindo se ne vanno in giro, anche senza che nessuno si ingeni a toglierlo vandalicamente.

I pretendenti non lo sanno ancora, ma Penelope ha fatto loro un bel "tiro"!

Certo la nostra moderna Penelope non è come la sua antesignana che tesseva di giorno e disfaceva la tela di notte.

Ha però usata un'altra "astuzia"!

Tutti i costruttori anziani, lo sanno, le ditte specializzate nelle pavimentazioni storiche lo sanno.

Ma ovviamente non tutti conoscono i segreti del mestiere, e chi sa tace... poichè mai vorrebbe contrariare una Signora come Penelope?

Il porfido, le lose, si appoggiano su di uno strato di materiale morbido e cedevole, che però pressato sotto tante lose o dadi di porfido congiunti , formano un cuscinetto omogenero, come un "collante" sottostante.

Ma l'astuta Sognora ha dato un ordine: "Sotto i dadi di porfido o sotto le lose, mettete la sabbia che si raccoglie in riva al mare!". La sabbia infatti fa la funzione di cuscinetto tra le pietre liscie e la terra o il suolo più o meno pietroso sottostante, e forma una sotra di "guarnizione" che impedisce alle pietre di rompersi o di spostarsi nel caso del transito pesante dei mezzi.

Ma la sabbia marina ha una particolarità "strategica", che è quella comune alla sabbia:  nel caso di un temporale, o di notevoli quantità di pioggia, l'acqua passa velocemente tra una pietra e l'altra, e una volta sotto le pietre crea correnti e canali trascinando la sabbia nei suoi percorsi, spostandola in modo incoerente all'uso per cui è stata messa. Quindi il cuscinetto che è una sorta di "guarnizione" sottostante le pietre levigate, si riempie di caverne, spazi vuoti e spazi pieni. Le pietre non trovano più un appoggio uniforme, e d i conseguenza i mezzi che vi passano sopra le spostano, le inclinano oppure le spezzano.

Morale della Favole: tutto da rifare nel breve giro di alcuni mesi.

Penelope è furba come suo marito Ulisse: ha fregato con la sua promessa i pretendenti!

Eppure la soluzione è ESTREMAMENTE FACILE: se proprio non si possiede la fantasia, se non si possiedono le conoscenze per risolvere l'enigma, basta fare un pò di archeologia....

NON l'archeologia antica, ma solo l'acheologia delle strade o piazze lastricate in porfido di 50 fa o anche meno: forse non se ne troveranno più a Torino, poichè le piazze sono state divelte e nessuno ha preso nota dei materiali usati al posto della sabbia (complici di Penelope)... Ma sicuramente si trovano ancora esempi in altre cittadine o paesi del Piemonte.

Devo dare la soluzione al caso?
Non è compito mio, e mai oserei mettere in dubbio la competenza di ingenieri o architetti (anche se talvolta hanno le orecchie un pò lunghe...) che sostengono l'uso della sabbia marina al posto di ..... (lo so ma non lo dico)...
Del resto  non sono un esperto del settore: perchè dovrei dirlo?
Forse per salvare dalla bancarotta il Comune di Torino, o per lo meno per sperare in strade lastricate con lose o porfido, in modo duraturo....
Certo, per questo lo farei, ma ovviamente nessuno crederebbe alle parole di un tecnico non del settore, come prima domanda mi chiederebbero: "Ma lei che studi ha fatto?" alla risposta, riceverei una frase del tipo: "Ma lei con quegli studi lì non ha la competenza per esprimere un giudizio in materia....".
Oppure: "Come può dirci quali materiali dobbiamo usare se non è competente?"
Oppure potrebbero dire: "Come può insinuare che "noi" non siamo competenti se lei non ha neanche studi adeguati al settore?"

Certo, la Laurea del "Buon Senso" non esiste!
Purtoppo, sebbene vi siano anche "geni" laureati, vi sono altresì anche "asini" laureati (e non ci si raccapezza del fatto che abbiano ottenuto una laurea e di come, in seguito abbiano ottenuto anche cariche importanti): di questo si tiene mai conto.

Ma i più educati ed informati direbbero: " Ma quel materiale lì lo usavano una volta, oggi non lo si usa più poichè il nuovo sitema è migliore."
Direi però che la prova dei fatti non conferma un miglioramento nel risultato finale, ma bensì un peggioramento considerevole.


Parlando con un passante ho fatto notare la cosa, e lui in accento meridionale mi ha detto:
"Così, se si rifanno i lavori, il LAVORO non manca mai!"
"Certo" ho aggiunto: " Il lavoro non manca mai, ma i soldi invece mancheranno per fare altri lavori più utili!"

Piccolo aiutino, non so se servirà per mettere "sulla strada" (si fa per dire) chi decide quali materiali usare e quali no.
La lastricazione di cui stiamo parlando è una lastricazione d'epoca: 1° indizio
I materiali all'epoca si cercavano in luoghi vicini: da Torino, non si andava fino in Liguria per recuparare sabbia: 2° indizio
Occorre materiale che faccia da collante: poco permeabile all'acqua, ma in grado di assorbire umidità, conservarla anche a lungo, e anche se asiugato rimane  consistente: 3° indizio.
Il materiale si trova in natura ed è poco costoso, occorre solo raccoglierlo lì dove si trova e trasportarlo in città da distanze non rilevanti (quindi meno spese di trasporto): 4° indizio.
Oltre al 4° indizio dovrei svelare il nome del materiale. Ma sì, sicuramente avete capito.
L'ho quasi detto... Ma il quasi è necessario, è il mio "alibi"  per non essere giudicato un presuntoso...

Penelope

Lavoratori "penelopini" in azione per risistemare le lose

penelope 2

Questo è uno dei tanti esempi sotto gli occhi di tutti ed è un'immagine di tutti i giorni, oggi qui domani là.

Il lavoro, la fatica, i costi, sono gli stessi sia che il lavoro sia fatto a "regola d'arte" sia che si faccia non a regola d'arte. 

Leggenda metropolitana o realtà? - Roberto - pag. 2

Costi...

...Anzi in quanto a costi forse si risparmierebbe pure qualcosa, quando si fa il lavoro, ma sicuramente si rispamierebbe una vera fortuna col passare degli anni.

Oggi però dovremmo rifare molti grandi lavori fatti male, come le superfici di piazze e strade. Ma è sempre meglio tardi che mai, magari cominciando con una strada alla volta poi una piazza, ed infine rifatti i lavori a regola d'arte (non alla Penelope) si potranno lasciare le strade e le piazze tranquille almeno per 50 anni e più.

***
Leggenda

Se qualcuno non dovesse credere nella leggenda?

Non oso chiedermi il perchè di un atteggiamento che perdura da anni, dopo che i fatti sono stati constatati anche dal giornale "La Stampa" di Torino.
Vi è un detto che dice: "Errare è umano, persistere nell'errore è diabolico".
Non so se il Davolo esista o meno, ma sicuramente il detto è illuminante.
O per meglio dire: la persitenza in determiati errori  non è più una colpa per "sbaglio" ma è una colpa
determinata, voluta scientemente.

Non voglio credere in questo, preferisco pensare che sia un errore di ignoranza, o al limite di presunzione di chi dirige questi lavori inutili e costosi.

Ma se così fosse, non c'è un responsabile "super partes" che dovrebbe intervenire?

Meglio i lavori inutili nè?

 
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