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Sono passati alcuni anni oggi siamo nel 2013: 17 - giugno -2013 Articolo di : "La Stampa"... sarà mica solo perché il 17 porta sfiga?
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I milioni di Euro "volano" ("così il lavoro non manca mai!") e noi paghiamo!
Però è bello vedere la sabbia marina che spunta da sotto il porfido! Sembra di essere già al mare...E ora una senatrice va a "gambe all'aria", ma non importa: mandiamo a prendere camionate di sabbia marina!

Cronaca - da Torino Cronaca di "La Stampa"
17/06/2013 - emergenza

La senatrice cade in una buca
E subito scattano 35 rattoppi

foto La Stampa

Ecco la buca vicino a un tombino della Smat in cui è inciampata la vice presidente del Senato quasi sicuramente il problema è frutto delle ultime piogge ma non era ancora stato affrontato


Dopo l’incidente a Valeria Fedeli, vice presidente di Palazzo Madama, i tecnici del Comune sistemano tutta la piazza davanti al Carignano
andrea rossi
torino

Se siete passati in piazza Carignano ieri pomeriggio avrete certamente notato qualcosa di strano. Sembrava uno di quei terreni di campagna dopo un terremoto, quando qua e là sorgono piccole montagne di terra, effetto delle vibrazioni del suolo. In piazza Carignano ce n’erano trentacinque. Di ogni dimensione: microscopiche, enormi, circolari, rotonde, lisce, ondulate. Tutte gialle, il colore della segatura che nascondeva il nero della pece appena spalmata. 

 

Se per caso, invece, vi era capitato di passare qualche ora prima, verso le dieci del mattino, avrete notato una squadra di tecnici del Comune affannarsi e gettare - appunto - pece e segatura in quantita per coprire buche, scalini, porfidi mancanti, scollature tra pietre e tombini. Vi sarete chiesti il perché di tanto attivismo. Ve lo diciamo noi: intorno alle nove su una di quelle sconnessioni nel porfido, poi prontamente ripianate, era inciampata e caduta Valeria Fedeli, vice presidente del Senato, invitata a concludere il convegno «Meridionali e Resistenza» al Teatro Carignano. 

 

L’incidente alla senatrice  

«Camminava verso l’ingresso del teatro quando l’ho vista andare giù, i giornali in una mano, la borsa nell’altra», racconta il senatore Stefano Esposito. «Quando si è rialzata perdeva sangue dal sopracciglio». L’hanno accompagnata dentro il bar Pepino. «In un amen si sarà precipitata dentro una decina di vigili», racconta una cameriera. C’era anche Luigi Cursio, consigliere regionale e medico: insieme con Esposito l’ha accompagnata nel suo studio e l’ha medicata. Fedeli, con un vistoso cerotto sul sopracciglio sinistro, è tornata al Carignano in tempo per partecipare al convegno sul «contributo del Sud alla lotta di Liberazione in Piemonte» fra il 1943 e il 1945 e tenere la relazione finale. Senza nessuna polemica, quasi scusandosi per l’inconveniente. L’ha presa con filosofia, anzi, fosse stato per lei nemmeno l’avrebbe detto: «È successo quel che può accadere a chiunque: sono inciampata e, avendo tutto in mano, ho battuto la testa». Si è ben guardata dal lanciare accuse: «Una buca? Non so, può anche essere stata una mia disattenzione. Capita. Non voglio dire nulla che possa suonare come una critica a Torino; il sindaco mi ha pure chiamato subito per sapere come stavo». 

 

Il pronto intervento  

Quel che più ha destato sorpresa, tuttavia, è ciò che è accaduto dopo. Quando Fedeli è tornata al Carignano, e quando il convegno è finito, piazza Carignano sembrava un’altra: in meno di due ore le squadre del Comune avevano eseguito la bellezza di trentacinque rattoppi. Non solo erano intervenuti sulla «fatale buca», accanto a un tombino della Smat, francobollo in cui mancano cinque o sei cubetti di porfido; avevano incerottato tutta la piazza e anche tratti delle vie intorno. Avevano transennato mezza piazza, isolato di fatto Pepino e spalmato pece in quantità. Il tutto con una solerzia quasi commovente. Fedeli se l’è cavata con una battuta: «Ho visto, ho visto. L’hanno subito chiusa». La solita cameriera di Pepino, invece, aveva l’aria corrucciata: «Ora che è toccato a una senatrice si sono precipitati di corsa. Ma qui di gente ne cade, ogni tanto. Qualche settimana fa è capitato a una signora: è stato necessario chiamare l’ambulanza. Ma nessuno è poi venuto a dare una sistemata».




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